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31 luglio 2012

Autoproduzione: detersione personale 3^ parte

Siamo arrivati alla parte dedicata ai nostri capelli e quindi ai prodotti (troppi) che usiamo per prendercene cura. Come per gli altri post le opzioni restano fondamentalmente tre: pronto all'uso ma ecologico, alla spina o autoprodotto.
Per i pronti all'uso non posso che cominciare dall'immancabile "I Provenzali" per la versione liquida in bottiglia di plastica, quelli della Lavera e della Logona (consiglio la bottiglia da 500ml nettamente più economica) infine (anche se la lista potrebbe essere ben più lunga e nel caso vi consiglio di fare una puntatina su Cruelty Free Shop Links) segnalo la linea in bottiglia di vetro della TEA. In alternativa potete optare, come abbiamo fatto noi a casa, per i solidi, ed in questo caso avete l'imbarazzo della scelta fra cui sicuramente spiccano LUSH, La Saponaria, il mitico Babassu di Anita Grant
Passiamo ad analizzare le proposte del mercato in campo di detersione alla spina, ho provato a fare una ricerca in rete, perchè sinceramente sinora non mi è capitato di vedere distributori diversi da quelli dei saponi per la casa, ed ecco i risultati:

Il sito Biolù ci dice avere shampoo per capelli alla spina ma bisogna verificare i punti vendita nella propria regione, i prodotti sono certificati AIAB e "VeganOK", sugli enti certificatori mi astengo dal commentare rimandadovi magari ad un post futuro o lasciando a voi il giudizio mediante ricerche in rete.
Il negozio Ecocorner di Villa Guardia (CO) segnala uno shampoo alla spina in vendita presso il negozio ma mancano dichiarazioni circa i componenti, se bio/eco o non e info circa eventuali test su animali.
Effecorta di Capannori propone nel proprio assortimento la linea alla spina cosmetica della Athenas, con certificazione ICEA, LifeGate e Cruelty free.

Ora veniamo ad un pò di ricettine.....

Dal blog di Magica Natura - shampo delicato fatto in casa

Dal sito della Regina del Sapone - shampoo alla radice di saponaria e lo shampoo con sapone Alga (di cui ho fatto abbondantissima scorta e che potete trovare anche alla Coop)

Dal sito degli Alchimisti (ricetta e vendita prodotti per realizzarli)

Dal sito Daymons vendita prodotti per la realizzazione fai da te

Fonte - Tuttogreen.it

Shampoo a base di polvere d’argilla: i benefici arrivano dalle proprietà purificanti e riequilibranti dell’argilla bianca che opacizza i capelli grassi e li “asciuga” del sebo in eccesso.
Ingredienti:
- quattro cucchiai di polvere di argilla bianca
- due gocce di olio essenziale di limone
- mezzo bicchiere di acqua tiepida
Preparazione e utilizzo:
Mettete in una terrina gli ingredienti di cui sopra e mescolate energicamente. Si tratta di uno shampoo pronto all’uso, da usare immediatamente.
Risciacquate abbondantemente dopo l’uso con acqua leggermente profumata dal vostro olio essenziale preferito.

Infine aggiungo un'altro prodotto che uso in alternativa allo shampoo solido, il Rassoul (o Rhassoul) insomma argilla saponifera del Marocco, una polvere da miscelare con acqua e passare sulla capigliatura (ma anche sul corpo) e risciacquare!




19 luglio 2012

Il simbolo del consumismo

E' da un pò che ci penso su, ogni volta che entro in un supermercato c'è un'immagine che mi cattura in particolar modo e che mi rende sempre più chiaro ed evidente come siamo una popolazione in preda al consumismo, artefice di sprechi e vittima delle pubblicità: il banco frigo. Ma non uno qualsiasi, perchè ormai ciascun super ne ha almeno quattro, ma quello dello Yogurt, che è il simbolo per eccellenza di tutto questo. Maurizio Pallante nel suo libro sulla decrescita ne aveva fatto un paladino dell'autoproduzione in contrasto con una catena economica che iniziava dal vasetto fino al gommista per TIR. Io ci vedo un mostro! Guardo atterrita questo frigo, lungo due o tre metri e vedo vasetti di ogni colore e gusto, tante marche stipate una di fianco all'altra e, considerando che si tratta di un prodotto anche a scadenza piuttosto breve, mi chiedo "ma di quanti yogurt abbiamo bisogno? quanti ne vengono venduti e quanti invece buttati perchè scaduti?". Nella perenne guerra al presenzialismo ormai ogni casa produttrice cerca di inserirsi in una fetta di mercato differente, si varia l'offerta cercando così di far cassa in ogni modo possibile e così lattai e produttori di biscotti si cimentano nella produzioni di improbabili facilitatori della linea. Ma quell'abbondanza, quell'opulenza, nascosta dietro questo scaffale di un'ordine quasi maniacale, relega questo prodotto a simbolo del consumismo, quel male che, anche in caso di crisi, ti spinge a comprare ciò di cui non hai bisogno. Continuo a guardare il frigo a bocca spalancata (a rischio anche di ibernazione, perchè passare davanti ad uno di questi mostri rende ben l'idea dello spreco di energia e freddo, ve li ricordate quelli che c'erano quando eravamo piccoli, con i vetri scorrevoli o i più moderni con le fettucce di plastica? Oggi no, tutto si deve vedere bene e deve essere facilmente prendibile), comunque ero alla bocca spalancata....e mentre in questa espressione impietrita fisso questo mostro mi chiedo: ma gli italiani saranno un popolo di defecatori! I nostri saranno gli intestini più regolari della terra! E poi mi guardo attorno e i passanti sembrano tutt'altro che possessori di intestini regolari. Certo, però, per tornare a Pallante, sarà mai possibile che se tutti passassimo dal banco frigo alla yogurtiera di casa nostra l'economia crollerebbe, potrà mai questo vasetto essere il nuovo spread? E se domani la borsa aprisse le quotazioni indicizzata al Lactobacillus ? E se invece ci facesse tornare davvero a consumare e comprare solo ciò di cui abbiamo veramente necessità per andare avanti e spegnessimo sto' frigo, l'economia andrà avanti lo stesso.


18 luglio 2012

Testati per voi: scarpe

Care lettrici (oggi mi rivolgo solo alle femminucce o ad eventuali mariti in cerca di regalo per la propria moglie), avevo promesso un post light ed eccolo.....

Come d'abitudine mi sono data ai saldi internauti, non amo la folla dei centri commerciali, ne lo sgomitare delle vie del centro così per fortuna, almeno in questo, la rete mi aiuta. Così grazie ad un articolo su StilEtico mi sono ricordata che anche Amazon vende scarpe adatte ai vegani e vegetariani, in particolare della marca Marco Tozzi, che io ho già avuto modo di conoscere ed apprezzare per la comodità e calzabilità (si potrà dire?), quindi dopo un'attento esame del catalogo e dei componenti, ho scelto la mia scarpetta, un bellissimo sandalo classico, rosso.

Inutile dire che il servizio Amazon ormai rasenta la perfezione, rapido, preciso, utilizzando imballi in carta e non in plastica e con spedizione e reso gratuiti. Il sandalo acqistato e tutt'ora disponibile in quattro varianti di colore: argento, bianco, nero e rosso. Il costo mie care ragazze davvero irrisorio, Euro 25,95. Il tacco non è molto alto ma è esattamente come lo porto io, un 5,5cm, la pianta è comoda ed i lacci non danno fastidio; la fibia posteriore è regolabile. L'esterno e la fodera sono sintetici mentre la suola è in gomma colore naturale. Ecco una piccola galleria fotografica:




Buon Shopping!


14 luglio 2012

Per tutti i vostri acquisti, anche dei prodotti del BioCatalogo, fino al 17 luglio!

11 luglio 2012

Lam(post)ino culinario: i ceci

Con i cecetti comprati nel precedente post ho fatto due cosine che coniugano semplicità ed estate, quindi due ricette facili e fresche. Come sempre spero possano esservi utili:

Pasta e ceci

Ingredienti:
200gr di ceci secchi (possibilmente nostrani!)
1 foglia di alloro
olio
aglio
basilico
una decina di pomodori tipo piccadilly (in alternativa uso i più cari datterini, in questo caso ce ne vogliono di più)
Pasta corta a vostro gusto
Sale.

Procedimento:
anzitututto prima di andare a dormire mettete a bagno, in abbondante acqua ed un pizzico di bicarbonato, i ceci. Alzatevi una mezz'oretta prima del solito e mentre vi fate la prima dose di caffeina mettete a cuocere i ceci. Io personalmente li passo nel fondo della pentola a pressione con un pochino di olio evo ed uno spicchio di aglio, poi aggiungo l'acqua, il sale e la foglia di alloro, chiudo e dopo 20/25' sono pronti. Il tempo di lavarsi e vestirsi per il lavoro.... Lavate e tagliate a cubetti i pomodori, aggiustate di sale e aggiungete il basilico. Mettete a cuocere la pasta, scolatela al dente e se preferite passatela sotto l'acqua per raffreddarla. Ora condite la pasta con i vostri ceci ed i pomodori ed il pranzo è sistemato.

Insalata Vegan di ceci

Un'abbinamento classico potrebbe essere ceci, pomodori e tonno, ma nè i vegan nè i vegetariani per fortuna ne consumano, sicchè...

Prezzemolo riccio del mio balcone!
Ingredienti
i soliti ceci secchi in quantità a vostro piacimento da 200gr in su.
una manciata di pomodori
2 carote da tagliare a Julienne
1 cipolla rossa di Tropea (e non si accettano altri paesi)
1 confezione di Tonno Vegan
1 ciuffone di prezzemolo riccio
Olio e Sale

Procedimento:
Per i ceci non mi ripeto, ormai sapete benissimo come si lessano sia al naturale che con olio e aglio. Tagliate i pomodori a fette, le carote a Julienne (o fiammifero) e la cipolla a rondelle. Prendete la confezione di tonno vegetale e sbriciolatene un pò (non tutto che costa caro!). Quindi preparate l'insalatiera e mettete tutto dentro (ceci, pomodori, carote, cipolla, tonno) e condite con sale, olio ed il ciuffone di prezzemolo tritato.

Bene anche la cena è sistemata, prossimo post una bella recensione di una scarpetta "cool" cruelty free!




Occhio all'etichetta...

Iniziamo con una breve lezione di geografia. La zona conosciuta come "Colfiorito" è un'altopiano, frazione del Comune di Foligno, divenuto a metà degli anni novanta parco naturale, noto per la patata rossa e, soprattutto, per i legumi. Chi di voi non ha banchettato a Capodanno con uno zampone alla lenticchia di Colfiorito??? Ebbene, con questo nome noto nella testa qualche settimana fa trotterellavo per le immense corsie di un supermercato ed ho fatto scorta di legumi secchi: lenticchie, ceci e fagioli; sui primi due pacchetti nulla da eccepire, ma sui fagioli ho avuto una strana sorpresa, ecco la foto del pacchetto:

Fagioli Borlotti Fertitecnica Colfiorito




Notato nulla di strano? Beh in effetti l'errore è stato mio, mi sono fidata dell'etichetta posta davanti, un'ottima operazione di greenwashing. Il nome, per associazione di idee, mi ha tratta in inganno bloccando il mio neurone del controllo etichette. Se avessi girato subito la confezione, oltre a dare uno sguardo alla scadenza avrei notato che l'Argentina non è proprio confinante con l'Umbria e, soprattutto, nel leggere l'etichetta posteriore mi sarei accorta che la dicitura corretta è "confezionato da" e non "prodotto da", una non sottile differenza. 
Lo so che non dovrebbe essere così e che non dovremmo avere una specializzazione in servizi segreti MI6, ma visto che il mondo utopistico (che sfoggio di cultura stamattina) che abbiamo in mente non si è ancora concretizzato, ricordo a tutti/e di leggere sempre attentamente le etichette, SU TUTTI I LATI!!

Buona minossica giornata!

10 luglio 2012

Lam(post)ino della domenica mattina!

Crocchette di piselli e ricotta
Lo so fa un caldo allucinante, avete avuto in casa Caronte che con le valige in mano ha fatto cambio con Minosse e per pranzo l'unica cosa che vi viene in mente è pane, pomodori e basilico (che comunque resta sempre un'ottima idea), ma se per caso voleste spadellare un pochino allora concedetevi queste crocchette vegetali, da accompagnare volendo anche alla panzanella!!
Crocchette ai piselli e ricotta.
Dunque lo spunto è arrivato dall'ormai famosissimo Giallo Zafferano, ma nella ricetta classica c'erano le uova che io ho sostituito con una pastella di acqua e farina di ceci, ovviamente per renderla completamente vegan dovrete sostituire la ricotta con del tofu sbriciolato ed escludere il parmigiano.

Ingredienti:
200gr. di piselli
300gr. di ricotta
1 scalogno
olio
sale
noce moscata
pangrattato (o pane raffermo bagnato e sbriciolato)
farina di ceci
acqua
parmigiano grattugiato (50gr circa)

Procedimento:
Anzitutto soffriggere lo scalogno con un pochino di olio e cuociamo i piselli (aggiustando di sale ed aggiungendo eventualmente acqua per non farli attaccare) una volta cotti passateli con il frullatore unitamente alla ricotta, trasferite tutto in una ciotola e aggiungete il pangrattato, la pastella fatta con acqua e farina di ceci (che sostituisce le uova) la noce moscata ed il parmigiano. Lavorate tutto ben bene, lasciate riposare e raffreddare. Mettete dell'olio per friggere in una padella ed iniziate a formare le vostre crocchette, passatele nel pangrattato e mettele a cuocere.
Buon appetito (quelle nella foto sono gli avanzi di ieri sera).


09 luglio 2012

Imballaggi pericolosi non solo per l'ambiente...

Avevo preso nuovamente in mano l'articolo sul latte vegetale ma poi ho letto una notizia che mi catturata e tanto per cambiare sconcertata (sto latte vegetale deve essere un pò sfigato sono due volte che ci provo!).
Un paio di post fa accennavamo agli imballi, ai packaging ed a quanto questo sistema di impacchettamento spesso a matrioska sia dannoso per l'ambiente, ma mai mi sarei aspettato che lo fosse molto di più per la salute umana e che si insinuasse nei materiale più insospettabili, anche riciclati.
L'articolo è apparso sul Il Fatto Alimentare il 29 giugno e tra materiali noti e meno noti stila un piccolo elenco di prodotti a rischio contaminazione che divengono quindi pericolosi soprattutto per bambini ed adolescenti ma evidenzia anche un dato per me sconvolgente, ovvero che tra questi materiali ci siano i cartoni riciclati. Quindi una buona pratica nasconde delle insidie non da poco. Ecco quindi che come sempre torniamo alla solita battuta: non c'è modo di scamparla, non c'è scelta realmente sicura. E se la prima reazione potrebbe essere quella di rafforzare la soluzione dell'autoproduzione in seconda analisi non dimentichiamoci che anche le materie prime sono a loro volta imballate. Insomma l'allarme è ben accetto ma quello che non trovo mai in fondo a questi articoli è una soluzione, soprattutto praticabile. Che faccio compro la farina per farmi la pasta direttamente dal mugnaio e solo se proviene da sacchi di iuta (non riciclati e non trattati)? Non trovo corretto che debba essere sempre a carico del consumatore l'onere di trovare una soluzione, se i valori sono elevati che si metta mano alla normativa e si faccia presto qualcosa prima di ritrovarsi tra una e due generazioni con un'aumento abnorme di malattie e malformazioni.
Beh, prometto che il prossimo post sarà un pò più "leggero"


02 luglio 2012

Buon inizio settimana a tutti/tutte,

in queste pagine virtuali nel tempo ho avuto modo di scrivere un pò di tutto e molto è stato anche il frutto di lezioni imparate da altri (persone, blog, libri, etc), dalle loro esperienze e dall'osservare il loro modo di vivere. Nel reputarlo giusto l'ho condiviso. Mi sono sempre (o quasi) lasciata dello spazio per le idee degli altri, per confutarle quanto meno, senza mai prendere tutto per oro colato, ma almeno chiedendomi se potevano essere migliori delle mie e sempre nel tempo ho imparato che il cambiamento non si impone ma si ispira, certo dall'altra parte è necessario avere qualcuno disponibile a lasciarsi ispirare e così vi lascio per oggi questo brevissimo scritto sull'argomento, in una delle sue tante versioni, anche perchè sono sicura che a moltissimi di voi sarà capitato di parlare di ambiente, ecologia, biologia, etc a tipi così.....

Un tempo, un saggio eremita ricevette la visita di un uomo di scienza che dopo i primi convenevoli chiese all'esperto maestro di meditazione d'iniziarlo alla sua pratica.
Non appena i due si sedettero, l’uomo di scienza iniziò a chiacchierare incessantemente, illustrando all'anziano maestro tutte le sue qualità, annoverando gli innumerevoli riconoscimenti fin lì ricevuti ed elencando i suoi obiettivi futuri.
Ad un certo punto il vecchio saggio, che nel frattempo era rimasto in silenzio, offrì del tè all'ospite. Ma nonostante la cortesia del maestro il sapientone non cessò d'enumerare i suoi apprendimenti.
Il saggio eremita iniziò dunque a versare del tè nella tazza dell’uomo e quando la bevanda giunse al colmo del bicchiere proseguì fino a farla traboccare.
A quel punto il loquace parolaio smise di blaterare ed esclamò: «Basta, non vedi che è già piena?»
Sennonché il maestro – oramai tediato – si pronunciò con voce ferma e inflessibile: «Questa tazza è colma di tè come tu lo sei della tua conoscenza e dei tuoi meriti: se prima non svuoti la tua tazza dal suo contenuto, come posso farti assaggiare il mio tè?»
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