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23 aprile 2010

La moltiplicazione degli orti urbani

Vi ricordate il film del 1984 "Ragazzo di Campagna" con Renato Pozzetto, per i più giovani che se lo sono perso, era la storia appunto di un ragazzo che dalla campagna andava a vivere a Milano (con annessi e connessi) e dopo numerosi tentativi, falliti, di farsi una vita torna alle sue terre! Pur essendo passati 14 anni questo film non potrebbe essere più attuale, sempre di più ci si sposta dalle città alla provincia, scegliendo di fare più chilometri per andare a lavoro ma favorendo una vita più a contatto con l'ambiente. Chi può sceglie la vita in campagna, dove dopo una giornata di stress, tra smog e traffico, ci si può dedicare al giardino o all'orto. E per chi non ha la possibilità della casa circondata dal verde? Forse una soluzione c'è, provate a digitare su google: orti sociali o orti urbani. Il mio è stato un'esperimento, perchè proprio vicino a Roma presso la cooperativa agricoltura nuova mi era capitato di leggere di questa possibilità, prendere un terreno da coltivare e raccoglierne i frutti e mi sono detta "ma in quanti in Italia faranno la stessa cosa, magari nessuno" così ho digitato e con grande sorpresa l'elenco era piuttosto lungo, scopro di averne uno a due passi da casa (l'orto dei desideri ad Ardea), poi Rimini con gli orti per anziani, Piossasco, Milano, la Regione Campania che promuove gli orti sociali (termine che preferisco rispetto ad urbani, ne connota l'aspetto ed il fine ultimo) e molti, molti altri. Ma il fenomeno leggo che tocca anche i nostri appartamenti, sono milioni i post e le testimonianze di orti in balcone (per chi volesse cimentarsi L'orto sul balcone - Giunti Edizioni), ora mi sono impuntata e voglio costruire un piccolo orto in cassetta sul mio triste balcone e voi che fate, non volete anche voi che la città diventi campagnia?

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