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31 gennaio 2011

Testatelo su di voi!

Chiarisco subito che per me chi testa i propri prodotti sugli animali dovrebbe testarli su se stesso, con annessi e connessi, soprattutto se si parla di prodotti non di prima necessità, anche perchè credo che dietro non ci sia tanto la volontà da parte delle case produttrici di assicurarsi che ciò che vendono non rechi danno a chi lo utilizza ma semplicemente un pararsi (!!) dalle eventuali cause.
Io personalmente cerco di comprare prodotti non testati sugli animali, ad eccezione dei farmaci per i quali non ho molte possibilità di scelta, ma devo ammettere la mia enorme ignoranza in materia. So che il dibattito si apre sui pro ed i contro, che sono molti e che a loro volta innescano a catena almeno una decina (ad esser buoni) di argomenti collaterali però vorrei postare alcuni pensieri delle ultime settimane. Anzitutto, proprio per l'"ignoranzietà" di cui sopra non immaginavo che vennissero sottoposti a test anche i prodotti alimentari, l'ho scoperto grazie ad una petizione che mi ha girato un'amica via mail, si trattava della PETA contro la Unilver per il test sugli animali per il te Lipton, che acquistavo di tanto in tanto, sinceramente sono rimasta stupita, non lo avrei mai immaginato. Così ho sottoscritto la campagna ed ho inviato anche una mail al servizio clienti Unilver in Italia. Non me lo aspettavo ma mi hanno risposto. In sostanza, mi dicono che hanno investito molti soldi in test alternativi, ma gli stessi non vengono ancora approvati e riconosciuti, inoltre, cito testualmente:
esistono ancora Paesi che non hanno introdotto metodi alternativi e nei quali siamo obbligati dalla legge a testare la sicurezza dei nostri prodotti, prima di introdurli sul mercato. Allo stesso modo siamo obbligati a dimostrare le qualità nutritive e salutari dei nostri ingredienti, attraverso processi di ricerca mirati ad ottenere l'approvazione da parte delle attraverso processi di ricerca mirati ad ottenere l'approvazione da parte delle autorità regolatorie.
Allora ho girato la domanda alla LAV, che conferma la situazione, scrivendomi:
purtroppo le Direttive internazionali obbligano i test su animali per qualsiasi nuovo prodotto immesso sul mercato, dalle sostanze chimiche a quelle alimentari, da quelle farmaceutiche ai semplici coloranti. Unica eccezione i prodotti cosmetici per i quali vige una direttiva che vieta i test sul prodotto finito ma permette ancora quelli sulle materie prime.
Insomma, sicuramente va posta molta più attenzione all'acquisto dei prodotti perchè, come abbiamo letto, i prodotti non testati spesso sono intesi come non testati come prodotti finiti, ma non per quanto riguarda gli ingredienti che lo compongono. Per ciò che concerne i prodotti cosmetici e/o saponi per la cura del corpo (come dentifricio, bagnoschiuma, etc.) esiste l'apposito marchio cruelty free, mi preoccuperò ora di scrivergli per chiedere appunto se il marchio copre solo il prodotto finito o anche gli ingredienti, mentre per tentare di cambiare le cose potete approfittare ed aderire con una firma a questa campagna

Per quanto riguarda la petizione che ha scatenato tutti questi dubbi e pensieri ecco una buona notizia, è infatti di poche ore fà questo comunicato della PETA, che annuncia la Vittoria!!

Non smettete mai di tentare di cambiare le cose, anche se vi sembra non serva a nulla, qualcosa può sempre cambiare.





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