La mia è stata sicuramente una scelta personale, la carne mi ripugnava, forse me ne avevano data talmente tanta da bambina, e nelle forme peggiori (dal diaframma al cervello!) che un qualche gene dentro di me deve aver detto basta, ma a parte questa spinta iniziale, tutto quello che ho incontrato negli anni a seguire è stato aver due certezze: i carnivori non hanno la benchè minima idea di cosa stanno mangiando e gli animali "prodotti" per sfamarli stanno subendo un destino atroce, degno un campo prigionia tra i peggiori ma anche noi vegetariani non siamo al riparo dalle minacce: dalla carne trattata con ammoniaca, tema che è valso il Pulitzer almeno un anno fa a Michale Moss, alla frutta trattata con etilene, di seguito uno stralcio tratto da Wikipedia sull'argomento:
Insomma con queste premesse, con allevamenti di bestiame in sovraffolamento, tenuti con 1cm di spazio per capo, a vivere perennemente immersi nei propri escrementi, c'è chi si permette di venirci a raccontare che forse c'è un nesso tra E.coli ed agricoltura biologica? Ci vuole coraggio, ce ne vuole tanto, ma forse ce ne vorrebbe di più per guardare il documentario Food Inc, a guardare il viso di una madre che per l'E.coli ha perso un figlio di appena 3 anni, Kevin, morto per aver mangiato un hamburger contaminato, e dirle che l'agricoltura biologica ha dei difetti e non un sistema di produzione che ha delle enormi lacune sanitarie, che si prefigge di produrre di più ma non meglio. A tutti i medici, i ricercatori o i grandi scienziati che fanno del progresso e della tecnologia una bandiera di ideali da perseguire dico che sarebbe ora di battersi per produrre meno ma sano, di chiederci se davvero c'è bisogno di OGM per combattere la fame nel mondo laddove nel mondo nazioni intere sprecano quanto basterebbe per sfamare milioni di persone. Non aspettiamo di dover dare alle leggi utili a proteggerci il tempo di essere promulgate e poi magari modificate e annullate solo per interessi economici superiori a quello della vita."Per motivi commerciali è a volte opportuno raccogliere i frutti sulla pianta prima che siano giunti a completa maturazione, perché in queste condizioni sono in genere più resistenti alle sollecitazioni del trasporto dal luogo di origine ai mercati di utilizzo. In questi casi, una volta giunta a destino, la maturazione della frutta viene artificialmente accelerata con l'utilizzo di alcune sostanze chimiche.
Uno degli acceleranti di maturazione più diffuso è l'etilene, un gas che si diffonde nei tessuti dei frutti e che può risultare più efficace delle auxine, giberelline e acido ascissico. Per ottenere la maturazione accelerata la frutta viene conservata in camere ad elevata presenza di etilene. L'etilene causa un aumento della respirazione e l'idrolisi della cellulosa.
Questo processo è necessario solo per i frutti aclimaterici"
Con sempre più grande convinzione continuo nella scelta di essere vegetariana, senza tentare di convincere nessuno, perchè il cambiamento non si impone, si ispira!
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