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19 agosto 2011

Forma (in)naturale

Appena uscita, tanti anni fa, acquistavo con regolarità un rivista che voleva essere di stampo "naturale". In realtà, con il passare del tempo, mi accorsi che, come tanti altri giornali femminili, si basava sulla legge di mercato "tutto fa vendere" e che per arrivare a fine mese ed avere utili sono necessarie anche le marche non eco o i prodotti di lusso.
In effetti mi sono anche presa qualche istante per scrivere due righe, per quanto possa servire, alla redazione con il mio punto di vista non ricevendo però alcun riscontro. Due o tre volte l'anno la compro per far quattro critiche (poco costruttive) e poi, mi dico, alla fine qualcosina di interessante la trovo. Però mi chiedo ma non basterebbe poco per esser veramente una rivista di riferimento molto più vicina al proprio titolo? Se ci penso, nel numero di un paio di mesi fa, delle prime 16 pagine ben 7 erano dedicate a pubblicità di prodotto non ecologici (di cui tre di case automobilistiche), leggendo qualche risposta alle lettere di lettrice capisco che tengono molto a preservare le marche "No", perchè comunque danno in parte loro da vivere e quindi torna la domanda: è così difficile fare una rivista davvero eco che non consigli di acquistare prodotti costosissimi, inutili, dannosi e non eco-sostenibili?

Allora mi sono presa una giornata per divertirmi e giocare a far la giornalista, un'esperimento, ed ecco il risultato del gioco:

http://www.youblisher.com/p/162761-Please-Add-a-Title

Vi ricordo sempre, che se volete essere informati su tematiche ambientali, ecologia, sostenibilità, di visitare un sito che non è un esperimento ma una realtà: www.greenme.it.

La loro redazione è cresciuta notevolmente in questi ultimi tempi ed il sito si è arricchito di notizie, consigli, prodotti e rubriche.

Ora leggete il mio esperimento e mi raccomando ditemi che ve ne pare!!

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