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25 febbraio 2011

Onnivori, erbivori e....lacavori!

Dal fantastico esperimento No Impact Week ho imparato moltissimo, su me stessa e molte mie errate convinzioni, ma soprattutto ho avuto modo di conoscere tante persone, perlopiù americani, con delle sane abitudini (molto più delle mie) e gruppi attenti al cibo che acquistano, tanto da dar vita a diversi movimenti, come il Eat Local Challenge ad esempio, e ad una nuova figura: il LOCAVORE. Il "Locavore" è colui che pone appunto molta attenzione alla provenienza del proprio cibo, mangiando il più possibile prodotti locali. Questo come ben sappiamo, non solo aiuta a mantenere un'alimentazione salutare, ma anche a supportare le aziende locali. Jennifer Maiser di ELC, descrive in 10 semplici passi, come diventare un locavoro, provate a buttare giù la vostra versione vegana o vegetariana della lista e pensate a quanto questo sistema aiuterebbe l'economia. Per anni si è parlato di globalizzazione come della medicina per tutti i mali, ora quel modello sta implodendo, o se preferite torna indietro come un boomerang, e dal basso, ossia da noi consumatori è partita la controtendenza, un ritorno all'uso di botteghe e prodotti vicino casa, un modo per far si che i soldi spesi vengano reinvestiti nel territorio, perchè il locale ti ama di più, come recita il 3/50 Project. Oltre ciò è indubbio che il cibo locale è più fresco (quindi spesso più saporito e con maggiori quantità di valori nutrizionali), aiuta a diminuire gli spostamenti e di conseguenza uso e abuso del petrolio, se il cibo locale è anche bio l'ambiente ringrazia, se non vi sembra abbastanza!

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