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15 marzo 2011

Sacchetti di plastica, mezzo MaterBi o mezzo caos...a che punto siamo?

A due mesi dall'entrata in vigore della normativa che abolisce produzione e vendita, se non fino ad esaurimento scorte, dei sacchetti di plastica qual'è la reale situazione, cosa succede nei piccoli negozi, nelle grandi catene e nei centri commerciali. Si sono adeguati tutti, siamo alle solite ecofurbate? Andiamo a fare due passi (con la nostra fedelissima sporta) e vediamo cosa succede alla cassa, cosa fanno gli altri consumatori.
Dopo una ricognizione ho trovato una situazione immutata rispetto all'entrata in vigore del divieto, le grandi catene di Iper, Super ed Hard discount si sono messe a norma, hanno sostituito tutte le scorte di sacchetti non biodegradabili con quelli di origine vegetale, affiancando sporte, sacchetti in carta e in qualche caso piccoli trolley. Purtroppo manca un'incentivo da parte dei commercianti all'utilizzo delle sporte in luogo del sacchetto usa getta, ci si ritrova quindi in un risultato di 1contro1, abbiamo solo sostituito la materia prima ma non il malcostume di abuso e di rapido disfacimento della busta. I piccoli esercenti dove mi sono recata, come il ferramenta, il negozio di alimenti per animali ed addirittura l'alimentari bio del mio paese, continuano imperterriti ad utilizzare i vecchi sacchetti!!
A tutto questo vi ricordo che si aggiunge il problema buracratico scaturito dalla legge che ha visto, ovviamente, la protesta delle aziende plastiche che hanno portato la loro voce a Bruxelles per tentare un'inversione di rotta. Ognuno grida le proprie ragioni e noi nel mezzo, noi e non ultimo l'ambiente, infatti "250 miliardi di minuscoli frammenti polimerici galleggiano attualmente nel Mar Mediterraneo, sorprendendo chi pensava che il fenomeno riguardasse solo i lontani Oceani Pacifico e Indiano. Enormi i rischi per la fauna e la flora visibile e invisibile a occhio nudo. I frammenti si mescolano, infatti, con il plancton e vengono così facilmente ingoiati dai piccoli pesci a loro volta preda delle specie più grandi, andando a influenzare l'intero ecosistema, La drammatica rivelazione arriva da un team di ambientalisti e biologi marini francesi e belgi al termine di una lunga fase di studio. I ricercatori hanno analizzato campioni di acqua prelevati nel mese di luglio al largo della Francia, del Nord Italia e della Spagna a una profondità di 10-15 cm. Durante il primo viaggio effettuato da volontari Expedition MED (Mediterraneo in pericolo) a bordo di yacht di 17 metri - durato 30 giorni e snodatosi nel periodo luglio-agosto 2010 lungo un percorso di 1500 miglia nautiche - si è scoperta la presenza di piccolissimi detriti del peso medio di 1,8 milligrammi. Il che significa, spiega Francois Galgani, dell'Istituto francese per l'esplorazione del mare (Ifremer), "più o meno 500 tonnellate di plastica per l'intero Mediterraneo". Ben il novanta per cento dei prelievi ha dato esito positivo alla presenza di tali frammenti. In media è stato riscontrato un numero di 115.000 residui plastici per km2 con una concentrazione massima di 892.000 elementi nei pressi dell'isola d'Elba. (Fonte Legambiente.it)
Io ricordo sempre il mio parere, a prescindere dalle polemiche, dalle leggi e dai divieti, favorevoli o sfavorevoli: l'unica soluzione è la SPORTA

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