Guardo al momento "storico" in cui vivo e mi trovo circondata di beni di consumo di ogni genere, forma e imballo e ne vedo talmente tanti che spesso non riesco a non chiedermi che fine faranno e soprattutto se verranno tutti venduti, il pensiero torna sempre a quel simbolo all'ingresso dei banchi frigo dei supermercati, la parete di yogurt, lunga, immensa e ricca, possibile mai che se ne vendano così tanti? Siamo la popolazione con la flora batterica più sana sulla faccia della terra! E invece no, una grandissima fetta di questi beni, alimentari e non, restano invenduti e spesso, per mancanza di dialogo tra negozi ed associazioni, neanche dati a chi ne avrebbe bisogno. Siamo più poveri, più disoccupati ma al contempo più attenti a ciò che mangiamo, alla provenienza e composizione di quello che entra nel nostro piatto. Siamo in pieno downshifting o decrescita, verso una felicità fatta di "less is more", meno quantità più qualità. Ecco allora perchè per coniugare l'utile al dilettevole è importante rimettere le mani in pasta (ma anche in terra).
Per cambiare stile di vita, per far crescere meglio i nostri figli, come terapia (l'orto-terapia è funzionale sia per il singolo che nelle comunità, da quelle di recupero alle scuole), perchè nonostante i vegetariani ed i vegani siano aumentati in maniera esponenziale non sono diminuiti i prezzi dei prodotti lavorati e non e arriviamo ancora a pagare 18/20 euro al kilo una polpetta di soia o di lupino!
Ti fermi poi davanti al secchio della differenziata e ti accorgia anche di quanta plastica avvolge tutto ciò che compri ed aggiungi ancora un'altro vantaggio all'autoprodurre più cose possibili, ecco mi pare già di sentire la classica risposta: "non ho tempo"! E se prima di gettare la spugna ci mettessimo a scrivere su un foglio quanto tempo realmente abbiamo a disposizione, come lo occupiamo o come lo sprechiamo, non uscirebbe fuori che forse un'oretta per preparare un dolce o un biscotto ci scappa.
E se mentre ce la pubblicità, prima che inizi quel film che volevamo vedere, mettessimo a mollo i legumi da cucinare domattina in pentola a pressione intanto che ci prepariamo per andare a lavoro.
Se piuttosto che scegliere di fare l'ennesimo tour dei grandi magazzini insegnassimo a noi stessi o ai nostri figli la dolce arte dell'ozio in balcone o a piantare due semetti di basilico per poi vederli crescere insieme. Se decidessimo di fare una gara in famiglia a chi cucina le polpette vegetali più originali, se imparare a far marmellate, conserve o pane diventasse anche una piccola fonte di reddito, e se..........e se alla fine ci accorgessimo che la nostra vita è un vaso e sta solo a noi scegliere come riempirlo allora avremmo capito che è importante autoprodurre perchè aiuta a ritrovare noi stessi.
Che fate ci provate?